La vita del barone Giuseppe di Stefano fu così pazzesca da sembrare la trama di un film. La sua fu un'esistenza del tutto ordinaria fino alla primavera del 1946, quando il barone uccise un ragazzino, reo di essere entrato nelle sue terre. Ma il ragazzino era legato ad una potente famiglia mafiosa che mise il barone davanti ad una scelta: sparire dalla circolazione o morire. Fu così che egli scelse di ritirarsi al Grand Hotel et des Palmes di Palermo, nella suite 204, dove si diede alla bella vita, organizzando feste, serate musicali ed invitando nell'albergo artisti, cantanti e nobili, ai quali faceva servire magnifiche cene. Il suo fu un "eremitaggio" fuori dagli schemi, che si concluse nel 1988, quando morì. Solo allora poté uscire, salutato da tutto il personale dell'albergo, eccezionalmente schierato per lui.