Il Museo Pio Clementino, che è così denominato a causa dei fondatori Clemente XIV Ganganelli e Pio VI Braschi, è sorto inizialmente grazie alle collezioni pontificie di scultura classica di Papa Giulio II, le quali, nella seconda metà del XVIII secolo, vennero incrementate sia attraverso scavi nel territorio romano e laziale, sia attraverso acquisizioni da collezionisti o da antiquari. Con il Trattato di Tolentino, lo Stato della Chiesa fu costretto a cedere le opere del Museo alla Francia di Napoleone, che vennero trasferite a Parigi. Più tardi, tuttavia, a seguito del Congresso di Vienna e grazie all'impegno diplomatico di Antonio Canova, la maggior parte dei capolavori venne recuperata.