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Palazzo reale

Palazzo Reale – Lo scalone delle forbici

Il Palazzo Reale di Torino è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte. Esso fu il teatro della politica degli Stati sabaudi per almeno tre secoli.

Il Palazzo, destinato a residenza ducale, fu progettato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento da Ascanio Vittozzi. Alla morte di quest’ultimo, durante la reggenza di Cristina di Francia, il testimone passò ad Amadeo di Castellamonte. Successivamente, la facciata dell’edificio assunse l’aspetto odierno, secondo il progetto seicentesco di Carlo Morello. Comparve dunque la caratteristica parte centrale affiancata da due ali più alte. All’interno, invece, le sale del piano nobile furono decorate dalle immagini allegoriche celebranti la dinastia reale. Si tratta di splendide opere d’arte realizzate dalle mani di diversi artisti.

Nel corso del tempo, grandi nomi diedero il loro contributo alla magnificenza di tale edificio. Alla fine del Seicento, per esempio, Daniel Seiter affrescò il soffitto della Galleria, poi chiamata proprio Galleria del Daniel. Guarino Guarini, invece, edificò la Cappella della Sindone per ospitare la preziosa reliquia. Nel Settecento, poi, si decise di chiamare per alcuni interventi di modifica il celebre architetto Filippo Juvarra. Ora gli aneddoti circolanti su Palazzo Reale degni di interesse sono davvero tanti. Ma ce n’è uno molto famoso che riguarda proprio questo architetto.

Malgrado la fiducia subito dimostratagli dal re, Vittorio Amedeo II, al suo arrivo a Torino, i sabaudi lo non videro di buon occhio. Juvarra era ritenuto un po’ troppo originale. Lo scontro aperto si ebbe tuttavia nel 1720, in occasione delle nozze del principe ereditario. Juvarra propose la realizzazione di un ardito scalone a tenaglia per collegare due piani del Palazzo Reale. La proposta ricevette una manifesta ostilità. Ma l’architetto non volle demordere e realizzò ugualmente lo scalone. Prima di ultimare la sua opera, tuttavia, fece apporre un medaglione ornato di forbici alla convergenza della tenaglia. Il suo significato? Si trattava di una chiara allusione alle malelingue che lo avevano denigrato.

A distanza di secoli, lo “scalone delle forbici” continua a stupire ancora oggi per la sua bellezza.

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